18.2.15

ANALOGIA IV - BOOM!

Far esplodere un edificio.

Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962, ed. Bompiani, pagg. 158, 50.
«Quassù io ero venuto […] per distruggere il torracchione di vetro e cemento, con tutte le umane relazioni che ci stanno dentro. […] Chiedevo informazioni tecniche sulla struttura dell’edificio […] Non si poteva, perforando qualche muro divisorio, far giungere il tubo fin sotto il tavolo dell’amministratore delegato, in modo che lo scoppio partisse proprio di lì?»

Chuck Palahniuk, Fight club, 1996, ed. Mondadori, trad. Tullio Dobner, pagg. 8, 9.
«Dunque Tyler e io siamo sul Parker-Morris Building […] Fra nove minuti il Parker-Morris Building non ci sarà più. Se hai abbastanza gelatina esplosiva e la spalmi ben bene sui pilastri delle fondamenta di una costruzione, puoi tirar giù qualsiasi palazzo del mondo.»

Francesco Maino, Cartongesso, 2014, ed. Einaudi, pag. 175 - Contributo di Michele Orti Manara (nepente.net)
«Sta di fatto che non sarei mai diventato un vero avvocato-topo tra gli avvocati-topi veri di Serenissima: se lo fossi diventato, a quest'ora me ne starei in carcere. A scontare una pena non inferiore ad anni diciotto (18), posto che avrei già fatto l'unica cosa che andava fatta [...] avrei cioè già fatto saltare colla dinamite o col tritolo il tribunale di Serenissima [...]»


Conseguenze.

Luciano Bianciardi, La vita agra, pagg. 160,161,162.
«Spariranno quindi le attività terziarie, e poi anche le secondarie […] Il lavoro si sarà per noi ridotto quasi a zero, vivendo dei frutti spontanei della terra e di pochissima coltivazione. Saremo vegetariani, e ciascuno avrà gli arredi essenziali al vivere comodo, e cioè un letto […] Vedremo automobili ferme per la via, senza più carburante, e le abbandoneremo ai giochi dei bambini, ai quali però nessuno dovrà dire che cosa erano, a che cosa servivano quelle cose un tempo […] Ovunque cresceranno vigorose erbe e piante, in breve l’asfalto si tingerà tutto di verde, con immediato miglioramento del clima.»

Chuck Palahniuk, Fight club, pag. 132.
«Immaginati […] a far la posta all’alce dalle finestre dei grandi magazzini tra file puzzolenti di splendidi abiti da sera e smoking che vanno in malora appesi alle loro grucce, porterai indumenti di pelle che ti dureranno fino all’ultimo dei tuoi giorni […] Come Jack sulla pianta di fagioli, sbucherai dalla volta gocciolante della foresta e l’aria sarà così tersa che vedrai figure minuscole battere il granturco e disporre a essiccare strisce di carne di cervo nella corsia d’emergenza vuota di una superstrada abbandonata che si allunga, larga otto corsie e torrida ad agosto, per mille chilometri.»

Francesco Maino, Cartongesso, 2014, ed. Einaudi, pag. 175 - Contributo di Michele Orti Manara (nepente.net)
«[...] eliminare fisicamente dalla faccia della terra almeno duecento (200) pericolosi capi-colonia in giacca e cravatta che, a piede libero, sono il motivo per cui migliaia di persone della strada, persone perbene, vengono continuamente contagiate, infettate, tradite e defraudate in un modo che definirei sconcio e impietoso, senza che nessuno possa metter un freno a questo andazzo


6 commenti:

  1. Segnalo: in "Cartongesso" di Maino, il protagonista immagina di far saltare in aria il tribunale di Venezia.

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    1. Grazie mille. (Avresti la possibilità di riportare un passo specifico e il relativo numero di pagina?)
      Giorgio

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  2. Al momento non ho il libro sottomano, ma lo posso recuperare.

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  3. Francesco Maino, Cartongesso, pag. 175

    Sta di fatto che non sarei mai diventato un vero avvocato-topo tra gli avvocati-topi veri di Serenissima: se lo fossi diventato, a quest'ora me ne starei in carcere. A scontare una pena non inferiore ad anni diciotto (18), posto che avrei già fatto l'unica cosa che andava fatta, che avrebbe salvato la vita agli insaponatesi, l'unica cosa che sarebbe servita a liberare il mondo dall'impudicizia giuridico-morale degli avvocati-topo di Serenissima, avrei cioè già fatto saltare colla dinamite o col tritolo il tribunale di Serenissima e il tribunaletto di Insaponata provvedendo a eliminare fisicamente dalla faccia della terra almeno duecento (200) pericolosi capi-colonia in giacca e cravatta che, a piede libero, sono il motivo per cui migliaia di persone della strada, persone perbene, vengono continuamente contagiate, infettate, tradite e defraudate in un modo che definirei sconcio e impietoso, senza che nessuno possa metter un freno a questo andazzo.

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    1. Grazie del contributo. Nei prossimi giorni provvedo ad archiviarlo.

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